Maya, Aztechi e etnie minori
Come questi popoli furono riuniti
Nel periodo compreso dal 1000 a.c. ed il 900 d.c. i popoli della Meso-America svilupparono i tratti di una cultura comune di gran lunga superiore a tutte le altre civiltà del Nuovo Mondo.
Questa cultura rese possibile la costruzione di meravigliose città, spaziando tra quelle Maya nel Peten alle maestose città Atzeche di Teotihuacan e Cholula negli altipiani.
Attorno al 1450 emerse una nuova nazione chiamata l’Impero Azteco della Triplice Alleanza, era guidata dai popoli Mexica di Tenochtitlan e governata dall’Imperatore Azteco Motecuhzoma I (1440-1468) .
Sotto la direzione dell’impero la Triplice Alleanza inziò ad espandere i loro confini, sviluppando nuove tecnologie di guerra e impiegando un’antica forma di sacrificio rituale terrorizzando e sottomettendo i nemici creando al tempo stesso una rete capillare di tributi di guerra.
Nello stesso periodo un secondo gruppo di tribù Azteche si organizzarono in una federazione di città stato a sud est di Tenochtitlan, erano i Toltechi-Chichimechi fieri discendenti delle tribù ancestrali che avevano occupato questa regione. Le tre maggiori città-stato Tlaxcala, Huetzotzinco e Cholula intrapresero una guerra contro La Triplice Alleanza durata circa 75 anni.
I Mixtechi e gli Zapotechi, contemporanei alla nazione Azteca, formarono un’alleanza per combatterli. Questi due popoli fusero le loro multiple dinastie espandendo la loro sfera di controllo fino a dominare tutto lo stato di Oaxaca tramite intrighi di corte, sposalizi mirati, assassini e guerre di confine.
La guerra era la primaria fonte di ricchezza per tutti i popoli Meso-Americani, i vinti resi schiavi avrebbero fornito forza lavoro e i tributi richiesti avrebbero riempito le casse dei vincitori.
Alcune date salienti
1428 - Le città di Tenochtitlan e Texcoco corrono in aiuto delle città di Huexotzinco e Tlaxcala distruggendo Azcapotzalco. La Triplice Alleanza viene siglata tra Tenochtitlan, Texcoco e Tacuba.
1440 – Motecuhzoma I ascende al trono dei Mexica. Assieme a suo fratello Tlacaelel ed il re dei Texcocani Nezhualcoyotl progettano il corso per le future espansioni dell’Impero dell Triplice Alleanza.
1458 – Atonal, signore della città di Coixtlahuaca fa uccidere un gruppo di mercanti considerati spie della Triplice Alleanza. Un’armata di 300.000 soldati della Triplice Alleanza invade Oaxaca, truppe Azteche e Mixteche provenienti dalle città di Tlaxcala, Huexotzinco, Tlaxiaco e Tilatongo giungono in aiuto a Atonal asserragliato a Oaxaca ma tuuto è inutile, la città cade e il suo signore Atonal uciso tramite Garrota.
1468 – 1481 L’ imperatore dei Mexica Axayacatl intensifica il conflitto contro le città di Tlaxcala e Huexotzinco e viene intrappolato e schiacciato ad ovest dalle truppe Tarascane .
1486 – Per consolidare il dominio imperiale della Triplice Alleanza in Oaxaca, il nuovo imperatore dei Mexica Ahuitzol entra nella valle di Oaxaca attraverso la città di Huitzo. Il signore Zapoteco di Zaachila Cociyobi forma un’alleanza temporanea con i Mixtechi capeggiati dalle città di Achiutla e Cuilapan. In questa azione i Mixtechi soffrono gravi perdite.
1489 – Nasce a Tikal, area del Peten, Tutul Xiu il giorno 3 Muluk 12 Muwan nel Kin 203 della Notte Blu Galattica, nel giorno 25 della Luna Spettrale (26 Maggio). I sacerdoti che analizzarono la sua data di nascita, come veniva fatto per ogni neonato, questo fu quanto dichiarò il sacerdote:
“Io armonizzo seguendo il Sogno, modello l’intuizione e porto il sigillo dell’abbondanza. Aiutato dal Tono Galattico della Integrità sono guidato dal potere del successo”.
1493 – 1496 Le città di Jaltepec, Zaachila e Mitla sono conquistate da Ahuitzol. Cocijoeza diventa signore di Zaachila ed il locale antagonismo con i Mixtechi si intensifica quando le città di Cuilapan e Yanhuitlan formano un’alleanza competitiva . Cocijoeza offre all’armata di Ahuitzol il diritto di passaggio nella campagna di Soconusco.
L’armata della Triplice Alleanza viene intrappolata a Guiengola dalle truppe di Cocijoeza e dei Mixtechi provenienti da Tialntongo. Dopo sette mesi di assedio gli Aztechi scelgono la pace, la figlia di Ahiutzol sposa Cocijoeza e stabilisce la nuova capitale Zapoteca a Tehuantepec.
1500 – Inizio dell’espansione Maya nei territori ad est.
L’armata condotta dal mitico capo Tutul-Xiu può contare su 300.000 unità, per la maggior parte composte da truppe perfettamente addestrate e una rete logistica avanzata.
Logistica, movimento, rete informativa e attacchi sparsi mirati furono le chiavi della tattica che avrebbe portato alla vittoria di Tutul-Xiu.
Logistica
La logistica è del tutto sconosciuta in tutte le etnie del Nord-Ovest (Atzeche e Mixteche) che avevano un raggio di azione limitato, l’assenza di un sistema di rifornimento veniva rimpiazzato da una richiesta di tributi alle popolazioni locali o tramite razzie delle stesse con tutti i problemi che ne derivano. Molto spesso questo portava ad avere truppe sottoalimentate.
Movimento
Le truppe della Triplice Alleanza si muovevano unicamente solo e sempre sulle stesse rotte commerciali che univano le città. Queste strade erano solamente per una piccola parte lastricate, erano strette e non permettevano il passaggio di più due persone l’uno accanto all’altro.
Gli attacchi dei guerrieri della Triplice erano basati sulla velocità ma il terreno impervio degli altopiani rallentava il movimento di grosse masse di soldati.
Viaggiando sempre per rotte conosciute molto spesso si trovavano in passi di montagna o strettoie dove facilmente potevano essere attaccati dall’alto senza alcuna possibilità di manovra.
Inoltre il grosso numero delle unità mosse dalla Triplice Alleanza proibiva gli spostamenti in un singolo massiccio gruppo, quindi le truppe venivano divise in diversi gruppi più piccoli ed inviati sulle rotte a distanza anche di giorni gli uni dagli altri con i problemi che ne conseguono: difficoltà di mantenere le comunicazioni tra i vari gruppi e possibilità di un gruppo di essere isolato dagli altri.
Rete Informativa
I Maya erano i migliori artigiani e commercianti di tutto il Meso-America ed i loro prodotti richiesti e distribuiti in tutto il centro america, soprattutto il cacao. I prodotti viaggiavano assieme ai componenti delle Gilde dei Mercanti devote a Ek Chuah, la divinità Maya del commercio e dell’inganno. Ek Chuah conosciuto come “Il leader nero della guerra”, “Lo Scorpione Nero”, Dio dei viaggiatori e dei mercanti e di coloro che cadono in battaglia e del cacao, sempre associato alla stella del nord, che mostra la via ai viandanti.
Le Gilde devote a Ek Chuah sono tutt’oggi delle associazioni di mercanti in cui tra le loro file molto spesso si celano delle spie che hanno il compito di raccogliere informazioni sul territorio nemico.
Queste informazioni riguardano il carattere politico, militare economico, sanitario ed essendo ottimi ed insospettati oratori e corruttori riescono in poco tempo a reperire qualsiasi tipo di informazione anche la più banale.
Gli Archivisti delle Gilde catalogano ed elaborano le varie informazioni ricevute che verranno poi analizzate dagli strateghi e dalla Polizia Oxmal (solo nei giorni nostri) .
Inoltre Tutul-Xiu aveva ideato e instaurato una rete per lo spostamento rapido delle informazioni, tramite i “corridori”, velocissimi atleti addestrati a percorrere grandi distanze evitando le strade battute.
Attacchi sparsi mirati
Nonostante in tutto il centro america vigeva l’accordo tacito tra nemici che l’inizio delle ostilità sarebbe seguito solo dopo un avvertimento e mai dopo al calar del sole, Tutul-Xiu capì l’importanza della guerriglia, degli attacchi di sorpresa soprattutto di notte.
Le truppe di Elite quali i “Guerrieri Giaguaro”, “Guerrieri Aquila” e “Guerrieri Freccia” in piccoli gruppi attaccavano gli accampamenti notturni delle truppe della Triplice Alleanza mai affrontandoli direttamente ma attaccando e ritirandosi nell’oscurità. Questo causava gravi danni sia fisici che nella mente dei guerrieri fiaccando il morale e seminando il panico tra le truppe colte di sorpresa.
Le truppe di Tutul-Xiu erano difficilissime da localizzare in quanto non eseguivano attacchi in una sola zona ma le azioni di guerriglia erano sparse in tutto il territorio della Triplice Alleanza.
Questi antichi “commandos” potevano contare su ripari durante le ore diurne organizzati dalle spie della Gilda dei Mercanti e sui rifornimenti della grande linea logistica Maya.
Da grande stratega innovatore Tutul-Xiu capì come mettere a suo profitto le carenze dell’esercito della Triplice Allenza, queste stesse tattiche serviranno poi la base del metodo di combattimento contro gli invasori spagnoli.
Date
1502 - Motecuhzoma II diventa imperatore, Jatelpec si ribella seguita dalle città di Tlaxiaco, Yanhuitlan, Achiutla e Cuilapan . L’ordine viene riportato e tutte e quattro le città riconquistate.
1504 – La città di Tlaxcala viene circondata, Motecuhzoma II spera di cancellare una volta per tutte i nemici di sempre.
1506 – Le truppe della Triplice Alleanza composta da una forza di 400.000 guerrieri attaccano la città stato rivoltosa di Tututepec e radono al suolo l’insediamento.
1512 – Dopo 12 anni di lotte di confine e di guerriglia con le forze della Triplice Alleanza e dopo aver fiaccato e ridotto il suo contingente a 100.000 uomini circa, Tutul-Xiu riunisce velocemente le truppe di Elite sparse nel territorio, invia un contingente di truppe fresche dallo Yucatan, Peten e territori annessi, sfonda le difese di Mitla, Yagul e Tèpotzlan e attacca la capitale dell’impero Azteco Texcoco.
Motecuhzoma II, ultimo sovrano Atzeco e capo supremo della triplice Alleanza, asserragliato a Texcoco e sguarnito per sopperire agli attacchi geopardizzati sul territorio, vista la situazione rende le armi agli assedianti accettando le divinità e le leggi Maya.
Per dimostrare la sua lealtà a Tutul Xiu fa sacrificare l’unico suo figlio maschio, il discendente al trono Mexanzinco e la figlia Uanaiu viene data in sposa a Tutul Xiu affinché il sangue delle due civiltà scorra all’unisono.
L’ultima azione che doveva compiere Tutul-Xiu era quella di conquistare i Tarascani, nemici giurati del popololo Azteco che per anni, dietro le loro fortificazione di confine, avevano resisitito agli assalti anche della potente Triplice Alleanza. I Tarascani furono anche loro sottomessi e tutti i maschi uccisi o sacrificati, ricevendo il plaudo e la stima di tutte le etnie della triplice. I Tarascani ricevettero la punizione per essere sempre stati indipendenti.
La Triplice Alleanza viene sciolta e le civiltà dell’area assorbite nel nuovo impero, Aztechi, Mixtechi, Zapotechi, Nahua, Otomì, Chichimechi e Huastechi faranno lo stesso, abbracciando l’ennesima alleanza , sia per timore che per bisogno.
Tutul Xiu si nomina Alac Huinic (Unico Uomo, sovrano) dell’impero.
Il nuovo Impero Maya adesso può contare su un esercito di circa 400.000 soldati, su una ventina di città-stato e su un fiorente sistema economico.
L’esercito Meso-Americano dei primi del ‘500
Vista sul campo di battaglia l’attuale armata del nuovo impero di Tutl-Xiu era impressionante. Mentre i soldati comuni indossavano una veste in cotone rinforzato chiamato Ichcaupilli tutti i soldati che avevano guadagnato uno status sul campo di battaglia erano vestiti di colori sgargianti, ogni colore denotava un grado militare.
Le uniformi variavano a seconda dei gruppi di combattenti in modo da permettere ai comandanti degli stessi di capire a distanza le posizioni dei propri uomini.
Anche i volti erano colorati con le insegne della brigata di appartenenza, disegni elaborati coprivano anche le parti esposte del corpo simboleggiando la fierezza del guerriero.
Gli ufficiali usavano grossi copricapi adornati con animali o simboli religiosi, questo permetteva alla truppa di seguire la posizione degli ufficiali nel campo di battaglia.
L’apparire del generale o dello stesso Alac Huinic sul campo di battaglia era di basilare importanza per il morale delle truppe, la sua discendenza divina era una benedizione ed un grosso incitamento per le truppe.
Lo scudo di un guerriero era la cosa più preziosa che potesse avere, intrecciato con tessuti resistenti e colorato con piume raccontava la vita del guerriero stesso, una rappresentazione della sua anima e nel corso delle battaglie da lui combattute venivano aggiunte altre “storie” grafiche delle sue gesta.
Quando un guerriero moriva veniva cremato assieme al suo scudo.
La promozione si acquisiva catturando nemici e lo status militare si rifletteva anche sulla vita sociale del militare, potevano anche essere assegnati titoli nobiliari per meriti conseguiti sul campo di battaglia. La nobiltà non solo portava privilegi ma portava anche l’assegnazione di terre.
L’unico modo che un popolano aveva per garantire una vita comoda alla propria famiglia era quello di distinguersi nei combattimenti e guadagnare reputazione, cariche nobiliari e terre da coltivare.
L’esercito, a grandi linee, era organizzato e diviso in Xiquipilli (reggimenti) di 8000 uomini ciascuno, questi a sua volta erano divisi in brigate di 400 uomini ciascuno e squadre di 20 uomini.
Lo spirito di corpo tra militari va oltre il lato militare e si estende anche nelle relazioni della vita sociale, fino a prendersi cura delle famiglie dei compagni caduti in battaglia.
La tattica preferita prima di Tutul-Xiu, era quella di portare il maggior numero di uomini su di una linea sola e caricare il nemico, la vittoria veniva raggiunta rompendo il fronte del nemico con le truppe shock e penetrando nel mezzo della linea avversaria e prendendo di fianco le truppe nemiche allo sbando. Le due manovre richiedevano coordinamento e tempi precisi che venivano scanditi sia dai tamburi, sia dalle trombe ricavate da conchiglie sia dallo sventolare di bandierine associate alle forze in battaglia da parte del generale che posizionato su di una collina soprastante supervisionava e dirigeva l’attacco in questo modo.
Le armi usate in battaglia variavano ma l’arma più usata a quei tempi era il Maquahuitl, una pesante spada di legno ai cui bordi erano incastonate delle affilatissime pietre di ossidiana di forma rettangolare. Altre armi in uso a quei tempi erano le fionde e gli archi, generalmente usate all’inizio della battaglia per dare il tempo alla prima linea di attaccare il nemico.
Venivano anche usate delle truppe di Elite per demoralizzare e provocare il morale, i Cuachiqueh e molto spesso erano seguiti da truppe di veterani elegantemente e riccamente vestiti, sempre per demoralizzare o spaventare il nemico prima dell’attacco.
Tattiche
L’inizio del combattimento iniziava a una distanza di circa 50 metri tra uno schieramento e l’altro dopodichè iniziavano a correre urlando il loro nome e battendo in modo ossessivo il loro scudo emettendo un fragore infernale.
Come abbiamo detto lo scopo era quello di rompere in fronte nemico nel mezzo e qui le tattiche potevano variare riguardo alla disposizione dei veterani e le truppe di Elite, maggior successo avevano i generali che disponevano uomini per allungare il più possibile la linea e avvolgere il nemico dai fianchi e allo stesso tempo riuscivano a tenere un forte centro per assorbire gli attacchi frontali.
Come la linea si rompeva l’esito della battaglia poteva variare e tutto era in mano alle capacità di ogni singolo combattente.
Le battaglie potevano durare alcune ore a seconda di quanti uomini disponeva il nemico per fare circolare il fronte, il campo di battaglia era coperto di parti smembrate di uomini data la natura brutale delle armi impiegate seppure la primaria importanza era di catturare il maggior numero di prigionieri, ma molti preferivano morire sul campo piuttosto che diventare schiavi o essere sacrificati alle divinità dei vincitori.
I combattenti più giovani ed inesperti erano quelli che venivano sempre catturati ed imprigionati con pesanti collari legno.
Gli attacchi portati dalle pesanti spade e le parate permettevano un’autonomia di combattimento di circa 15 minuti ed i guerrieri venivano alternati a truppe fresche in modo da tenere sempre compatta la inea del fronte. Se veniva rilevato un punto debole della difesa gli attaccanti usando forti fischi potevano avere truppe di supporto dalla riserve alle loro spalle. Se questo non poteva avvenire per qualche motivo, poteva essere comandato alla retroguardia di cercare di fiancheggiare il nemico con il rischio di indebolire il centro.
La massima espressione dell’Arte della guerra mesoamericana era quella di una finta ritirata in modo di attirare il nemico in una posizione di favore, questa tattica poteva essere messa in pratica solo da combattenti appositamente addestrati a questo che lavorando all’unisono riuscivano nel loro intento. Al seguito di questa tattica truppe nascoste in trincee scavate appositamente o coperte di paglia o mais, uscivano all’improvviso assaltando gli inseguitori.
La tattica della guerra di evasione veniva eseguita con un lavoro di sincronismo tra le truppe preposte in perfetta formazione ed i segnalatori. La guerra di posizione o guerra per il controllo del territorio era effettuata solamente in alcune zone del campo di battaglia dove il territorio (elevazioni) era considerato vantaggioso.
Una volta annientato il fronte e rotta la linea centrale i difensori si ritiravano sempre all’interno delle vicine città.
Le armi da assedio non erano molto sviluppate e non avendo linee di rifornimento per tenere un lungo assedio, gli assedianti dovevano arrangiarsi con scale costruite sul posto o arieti per sfondare le porte. La più ingegnosa difesa delle città, non molto fortificate, era come erano costruite le città, mai per linee verticali ed orizzontali come i romani ma strutturate a labirinti.
Una volta dentro gli assalitori neon potevano penetrare direttamente all’interno della città, dove risiedevano gli edifici di comando e templi, senza conoscere l’esatto percorso per arrivarci.
Per questo furono molto di aiuto le mappe disegnate dai “Pochteca” (spie) delle Gilde dei Mercanti Maya, che in modo dettagliato avevano studiato i punti di accesso e di fuga di ogni città della Triplice Alleanza.
I combattimenti più cruenti avvenivano sempre all’interno delle città e l’ultima roccaforte di difesa erano i templi. Alti fino a 100 metri, con scalinate ripidissime i difensori si arroccavano gettando pietre e lanciando frecce agli assalitori.
La Politica di vittoria
La brutalità degli assalitori dipendeva sempre dalla resistenza dei difensori, bruciare edifici o coltivazioni era fuori dall’ottica di quei popoli, la prima ragione era che non avrebbero mai distrutto quello che poi avrebbe dovuto ricostruire vincendo.
La seconda era che in caso di vittoria non avrebbero potuto richiedere tributi ad una città che non avrebbe potuto produrre niente. Inoltre una comunità con campi, edifici ed infrastrutture distrutti sarebbe stata presto abbandonata.
I re locali non venivano quasi mai giustiziati sempre riguardo ai tributi, mancando l’autorità locale sarebbe stato più difficile richiederli e sapere a chi chiederli.
Anche i templi e gli idoli locali non venivano mai distrutti in quanto direttamente correlati alla fertilità dei campi, inoltre avrebbero fiaccato il morale e la produzione dei nuovi sudditi.
Tutte le etnie mesoamericane erano spesso governate da regnanti che si dichiaravano diretti discendenti delle divinità o da qualcuno che aveva compiuto azioni sovrannaturali e conseguentemente non poteva essere sostituito da nessun’altro con la stessa linea di sangue.
Una pratica molto in uso, come abbiamo visto, era il matrimonio tra vinti e vincitori, questo sistema garantiva sia una stabilità nelle terre conquistate, sia un passaggio indolore e privo di rivolte dei sudditi tra un governante e l’altro.
Se doveva essere eliminato un monarca dei territori conquistati, questo avveniva a distanza di mesi dall’insediamento del nuovo ordine. Veniva imprigionato con tutta la sua corte, portato nella capitale degli avversari e sacrificato pubblicamente in pompa magna invitando i capi delle vicine comunità o città stato come monito a chi avesse considerato la ribellione.
Una cosa curiosa da notare che quando venivano sacrificati i vincitori presentavano loro stessi come “padre” ed i prigionieri come loro “figli”, forse per rendere ancora più preziosa l’offerta agli dei.